W la Pasqua di Resurrezione del Pianeta. Papa Francesco a Greta Thunberg: “Grazie per aver difeso il clima”. “Vai avanti così”

#FridaysForFuture  è il modo più semplice per seguire lo sviluppo del Movimento che ha dato una scossa al mondo intero. Non è un’esagerazione perché, se si considera che anche in Cina ed in India, oltre che in quasi tutti i Paesi Europei e nelle Americhe ci sono state manifestazioni che hanno coinvolto milioni di persone ed hanno ricevuto una grande copertura mediatica, la irrituale protesta di Greta Thunberg è diventata una notizia indipendente che ha circolato straordinariamente. Ciò, soprattutto perché non si tratta di un attacco terroristico, un crollo finanziario, uno scandalo per violenza sessuale, o la finale del campionato mondiale di calcio. La protesta ha definito un tema che è un obiettivo aggregante e tangibile. La denuncia non è portatrice della soluzione ( che si prefigura lontana) ma, e in modo spiazzante, non ammette deroghe e ulteriori ritardi all’espressione di un impegno personale a cambiare indirizzo. La pena che la #FridaysForFuture assicura agli inadempienti è che la lotta continuerà , che sarà pacifica e che colpirà il sistema dall’interno provocandone, possibilmente, un collasso etico.

Non è facile prevedere quanto durerà e quale impatto avrà questa protesta sulle scelte politiche di coloro che hanno in mano il destino della Terra. Il fatto indiscutibile è che la semplice, ma non banale e sempre più in-formata compagine di aderenti alle preoccupazioni ambientali coinvolge, in modo inatteso, gli adolescenti. Questa è un’età incredibilmente feconda per maturare il senso etico, convinzioni controintuitive, rituali collettivi, musiche travolgenti , balli festosi e la spiritualità che, unitamente e fin dall’alba dell’esperienza umana, hanno dato luogo al rinnovamento dei sistemi economici, della morale, delle religioni, delle civiltà.

FridaysForFuture ha adottato anche la melodia di “Bella Ciao”: un inno universale alla resistenza (https://youtu.be/XGgBtHoIO4g).

Greta è un fenomeno anomalo in un’era che si alimenta di fake news. Tecnicamente, il modo di ragionare di Greta può essere catalogato come un “Realismo Ingenuo” e, cioè, una concezione – fondata sul “senso comune”-  per la quale la percezione umana è in grado di predisporre la mente ad una relazione cognitiva, autentica e diretta, con il mondo “reale”. In altri termini, è come dire “Io credo solo a ciò che vedo e da questo traggo le mie conseguenze. Punto!”

Ci sono illustri predecessori che hanno sostenuto questa idea. Qualcuno ricorderà San Tommaso ma, ciò che conta, è che larga parte del mondo scientifico contemporaneo si pone nella stessa prospettiva. Quello che gli scienziati non avevano ancora fatto rappresenta la novità introdotta da Greta: lo sciopero di protesta contro l’immobilismo ed il cinismo della politica e del “capitale”, assatanati da una rincorsa infinita al maggior profitto, anche quando questo è chiaramente nemico del “bene comune”.

Non può stupire che, oggi che questo messaggio potrebbe contaminare importanti fasce della “classe dirigente” di domani, sorgano diverse tensioni. Il Movimento, seppure spontaneo, ha il potenziale destabilizzante di una reazione a catena non controllabile. Entro il mandato di parecchi dei leader mondiali attuali, molti di questi ragazze e ragazzi saranno iscritti alle liste elettorali. Anzi, parecchi voteranno a Maggio per il Consiglio Europeo. Entro alcuni anni, le strategie commerciali potrebbero essere influenzate da una “decrescita” consapevole nel consumo di certi cibi, di prodotti derivati dal petrolio, di capi di abbigliamento e così via. Inoltre, i ragazzi di oggi sono già pronti all’ economia della condivisione: alcune cose non c’è ragione di possederle, se si possono usare comunque.

Greta sa di ragionare in un modo un po’ estremo, dice che non riesce a vedere le sfumature delle cose, come se le mancasse la varietà del colore. Non solo: quello che sente, lo dice con una schiettezza che fa male. D’altro canto, quando un’adolescente accusa gli adulti di essere stata derubata del “futuro”, sorge un problema di responsabilità difficile da scantonare proprio per la tragica vaghezza incombente dell’addebito.

Greta evoca una scena: “Se vedi un bambino in mezzo alla strada e le macchine stanno arrivando a tutta velocità, non distogli lo sguardo perché hai paura di vedere cosa può capitargli. Al contrario, corri a tirarlo fuori da lì”.

Greta è una spina nel fianco per i guardiani dell’ordine globale. Il fatto che sia stata invitata nella elitaria Davos a spiattellare le sue “verità” davanti alle potenze finanziarie del mondo e che nelle sue parole risuonino le invocazioni dello stesso Segretario delle Nazioni Unite sembra paradossale ed i teorici del complotto, nell’incertezza, ci hanno inzuppato il pane,  sviando prontamente i discorsi , poichè quelli suscitati da #FridaysForFuture  vertono sui modelli economici.

Un certo orientamento “fancazzista” vede Greta come un’intrusa, una clandestina che si incatena ai palazzi del potere, insieme ai suoi milioni di entusiasti “pischelletti” . Il fatto è che il Movimento è una marea ambientalista disomogenea e composita che attraversa i confini.  Il fatto è che Greta ha innescato un processo “dal basso” che si esprime su una rete di relazioni internazionali tra nodi interdipendenti, ma non gerarchicamente strutturati: sfugge ai controlli tradizionali.   Non è un caso che sono proprio i partiti popul-sovran-nazional-negazion-isti che hanno perso la bussola al suo montare  impetuoso.

La prima reazione che hanno mostrato gli oppositori di Greta è quella dettata dall’antica prassi che sfrutta il cosiddetto Argomentum ad Hominem e, cioè,  il tentativo di screditare i giudizi negativi, mettendo in discussione la credibilità di chi espone le critiche. La procedura si basa su argomenti che non c’entrano niente con la questione in essere. Gli “odiatori”di Getra  hanno  potuto usare solo indecenti appellativi contro la ragazza e supposte “manipolazioni”. La cosa strana è che – fin dalle prime lezioni di retorica nell’antica Atene – i “guru” della comunicazione di allora,  ritenevano l’ Argomentum ad Hominem una strategia da pivelli, uno svilimento da pataccari della dialettica o, al limite, una controffensiva tipo “pan per focaccia”, ma mai la prima carta da giocarsi.

Gli esperti in comunicazione, attualmente, associano questa reazione scomposta ad uno stile violento ed aggressivo di sostenere le proprie idee che è mirato a suscitare forti reazioni viscerali, all’estrema difesa, alla mancanza di argomenti, alla paura di rimanere spiazzati e sommersi dalla propria pochezza, al terrore di diventare – all’improvviso – esodati dalla storia proprio ora che stanno risorgendo dalle ceneri delle guerre del XX° secolo. A ben guardare, sembra che i popul-sovran-nazional-negazion-isti sentano il fiato sul collo di qualcuno che, per dirlo con una metafora, li potrebbe fare spiaggiare, disorientati ed asfissiati come le balene; quelle che – secondo loro – mangiano la plastica perchè sono “Gretine”. Questi “adulti” insensibili sono i destinatari di un messaggio che Greta esprime in due parole: “Muovetevi, ora”.

Quello che non stupisce, in questo scenario di conflitto generazionale, è la voce fraterna di Papa Francesco. È sua l’enciclica Laudato si’ (2015). In questo cantico San Francesco d’Assisi ricordava che la nostra casa comune è come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, è come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia.

“Grazie per aver difeso il clima”. “Vai avanti così” ha detto il Papa a Greta e , a sua volta, è il Pianeta che ringrazia l’uno e l’altra – all’incontro tra sacro e profano – per la promessa misericordiosa di una resurrezione sostenibile.