L’unica vera vendetta verso l’omicidio, è la pace; se vuoi la pace, prepara la pace.
Sono frasi che ho letto recentemente e che ho scambiato con un editor nello stand di una prestigiosa casa editrice scientifica presente al Salone di Francoforte 2023 . A questa gentile signora ho anticipato i contenuti di un mio prossimo libro sulla “Promozione della Salute”, secondo della trilogia sul Tao del Vivere in Salute : un’idea rivoluzionaria quanto necessaria e fattibile universalmente da gente che mette la salute, l'(auto)educazione e la dignità degli esseri umani al primo posto. Vivere in Salute è un modello, una proposta concreta che affonda le sue radici su questi valori (impliciti, tra l’altro, nella Costituzione Italiana). Si tratta di prefigurare i fondamenti di un’organizzazione politica democratica che vuole rendere effettiva la parità di genere, la giustizia sociale, la sicurezza e la pace per tutti i popoli. Si vis pacem, para pacem!
Riflessioni come questa, nei giorni bui che stiamo vivendo, richiamano una postura etica che non trova terreno fertile in un mondo deliberatamente polarizzato dai molti attori: dai signori della guerra assetati di soldi e di potere, ai fondamentalisti di ogni genere che vogliono imporre con la violenza la loro visione delle relazioni umane; dai capitani del populismo che sparano cazzate a destra e a manca, pur di creare l’effetto “wow” che stimola gli intestini e che offre soluzioni semplici a problemi complessi, agli autocrati paranoici che mirano a provocare la decimazione della popolazione umana, convinti di salvarsi perché hanno accumulato privilegi e ricchezze.
Eppure, tutti i “neri” portano in sé una parte di “bianco” e viceversa. Se parliamo di esseri umani, non c’è storia: le accentuazioni dipendono solo dall’ambiente che le ha prodotte su una base plasticamente adattativa. Non esistono razze nella specie umana, meno che mai esistono popoli eletti, religioni superiori o “grandi Russie”.
Seneca diceva : “La terra è un solo paese. Siamo onde dello stesso mare, foglie dello stesso albero, fiori dello stesso giardino”.
Tuttavia, per quanto sia paradossale, la più grande discriminazione continua a essere quella tra i generi, tra figlie e figli degli stessi genitori e questa inclinazione – è un dato di fatto – non presenta quasi eccezione nel mondo.
Un’opposizione creativa e non esclusiva fa parte della natura delle cose. Lo stesso vale per una sana conflittualità tra opposti ove si accetti la regola che gli estremi si toccano e si versano l’uno nell’altro. La tradizione Orientale ha individuato queste dimensioni fecondamente interagenti con i nomi Yin e Yang.
Sto parlando di cose che raramente si imparano a scuola, ma sono gli argomenti che simolano chi – appassionandosi allo studio delle “materie umanistiche” integrate, in questo caso, a quello della medicina – coltiva l’umanità e, con questa la democrazia.
Per cominciare a prepararsi, disarmare “Caino” dovrebbe essere il nostro pane quotidiano.