I manganelli sugli studenti e sulla tutela della vita dei Palestinesi

Manganelli sugli studenti che manifestano per la vita dei Palestinesi?  Non è certamente la prima e non sarà l’ultima volta che la polizia attacca movimenti pacifici senza motivo di “ordine pubblico” , così come molti sono stati testimoni, negli ultimi decenni, di casi in cui  la polizia non ha attaccato i “faciorosi” per alzare intenzionalmente  il livello della tensione e degli scontri. Un’immagine contorta del concetti di SicurezzaIn tutti i casi, quando viene punita l’espressione pacifica delle proprie opinioni deve scattare l’allarme sull’erosione progressiva dello stato di diritto che tanto attrae  le “Democrature” nazionaliste e di destra contemporanee.

Quante volte si è sentito parlare del disinteresse dei giovani verso la politica, dell’edonismo che riempie un vuoto di volontà di rappresentazione?
Poi si riaccende la “questione palestinese” , i “giovani” scendono pacificamente in piazza e con una tipica operazione volta a perseguire la “strategia della tensione” di cui conosciamo le origini neofasciste in Italia, la polizia usa i manganelli per far capire chi comanda, che conviene distrarsi dalla politica attiva perchè è pericolosa  e che la repressione del dissenso è componente costitutiva della instaurazione della loro visione di pace sociale.

“Questione palestinese” che viene trattata come se fosse una brutta infezione, da curare con dosi da cavallo di “antibiotici” , mentre ci troviamo di fronte a un cancro devastante, innestato nella quotidiana lotta per la sopravvivenza di due popoli che sono stati privati , dalla “storia”  , del diritto all’autodeterminazione. Non mi sto confondendo: anche gli Israeliani libertari e democratici sono vittime di una dirigenza politica predatoria, corrotta e guerrafondaia. Ce lo ha ricordato anche la Cantante Israeliana Noa.


Nè il terribile atto terroristico perpetrato da Hamas , nè la strategia di eliminazione programmata dei Palestinesi dalle loro terre sono espressione di una volontà democratica. Con metodi e strumenti diversi, sia Hamas che i partiti di estrema destra che governano Israele si nutrono di odio reciproco e non rispettano , non dico il diritto internazionale, ma quello che ci è rimasto di un’idea di “umanità” .
Il problema è che le loro logiche tribali tengono in scacco qualunque alternativa alla violenza. E questo messaggio riverbera in tutto il mondo che dovrebe associare l’espansionismo dei governi Netanyahu all’orrore  suscitato da Putin che si appropria di terre e vite non sue.  Tutti questi prefigurano una “soluzione finale” e risuona l’intuizione che gli schieramenti stiano riproponendo il delirio di tutte le peggiori dittature e oppressioni di “destra” e di “sinistra” o “nè di destra nè di sinistra”  che conosciamo.
Bisogna manifestare seguendo la strategia della “non violenza” e farlo : a favore della liberazione della Palestina dall’oppressore sionista e dalla mafia fondamentalista palestinese; a favore della creazione di due Stati autonomi e del riconoscimento di quello della Palestina da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU; a favore dell’incriminazione del Governo Netanyahu e dei terroristi di Hamas per crimini di guerra; a favore dell’immediato cessate il fuoco; a favore della liberazione degli ostaggi e dei prigionieri; a favore della restituzione dei terreni di cui si sono appropriati i coloni israeliani dovunque si siano insediati , quantomeno dopo gli accordi di Oslo del 1993; a favore dell’invio di un contingente multinazionale di caschi blue dell’ONU come forza di interposizione e di ripristino della legalità nelle aree attualmente occupate dall’esercito israeliano, a favore di milioni di vittime civili che vengono trattate come merce.
Facciamo sentire a questi popoli disgraziati l’afflato di una società affermativa e stufa di compromessi che sfuggono sempre al giudizio poiché giustificati da indicibili interessi che sfruttano l’odio per fare l’unica cosa che sa fare il “capitalismo di rapina” e, cioè, perseguire il profitto derivante dalla produzione e vendita di armamenti e la sopraffazione dei “deboli” da parte dei “forti” sotenendo politiche “razziste” . Contrastare i venti di guerra è l’ultima opportunità per salvare la vita di tanti innocenti, di recuperare margini di convivenza civile, di proclamare l’etica della responsabilità veicolata dalla Democrazia.
Non ci si può più limitare all’indignazione, ma bisogna trovare una linea coerente di affermazione della giustizia sociale e di quella tra i popoli.

Per cominciare , noi che abbiamo la fortuna di poterlo fare in un uno stato di diritto, andiamo tutti a esercitare il diritto di voto! Lo dobbiamo a ciò che rimane a della nostra libertà di espressione.