
Le parole “dramma”, “commedia”, “tragedia”, “hybris” derivano dal greco antico.
I termine “dramma” in greco significa “azione”, deriva da “io faccio”.
La parola cōmōdìa, probabilmente, deriva da “corteo festivo”, e “canto”.
La parola “tragedia ” significa “canto per il capro”, il capro come premio della gara di canto o il “canto dei capri”, (per lo più i cori erano composti di satiri, che chiamavano capri”). Le due etimologie rivelano due concezioni diverse dell’origine della tragedia: la seconda, aristotelica, l’associa ai satiri del dramma satiresco (che contrappone aspetti burleschi e grotteschi alla trucidità tragica dei mostri e briganti con i quali si confronta); la prima, più tarda separa nettamente le due forme di dramma.
Il “convitato di pietra” è una presenza incombente ma impalpabile, che terrorizza ed è implicita nella lotta tra la vita e la morte, tra creazione e distruzione; tutti ne percepiscono la presenza e la capacità di lacerare, di provocare tormento, ma nessuno lo nomina. In questo caso si tratta, di un “demone” chiamato Hybris.
Il dramma è ambientato nello studio ovale della Casa Bianca dove, quella che doveva svolgersi come una commedia e che doveva essere un momento di riflessione e di acquiescenza del più debole su quanto concordato si trasforma in tragedia. In effetti Trump, il tirannico padrone di casa ha orchestrato, con l’ausilio dell’infido consigliere Vance con il quale ha orchestrato la partitura, un modo per umiliare pubblicamente Zelensky. Trump, dapprima ne asseconda subdolamente la mestizia per i torti subiti per poi offenderlo con una ricostruzione ingiusta e immorale dei fatti e assegnandogli le colpe che ne dovrebbero giustificare la punizione.
Zelensky solo tardivamente scopre di essere caduto in un agguato. Non riuscendo ad escogitare una controffensiva retorica possibilmente ribaltata, con guizzo “dionisiaco”, in dramma satiresco, rompe gli schemi, viene accusato di indegnità e irriconoscenza per il sostegno e l’ospitalità ricevuti e viene allontanato in malo modo.
Per capire la maniera in cui si sviluppa il dramma, si deve risalire alla storia che ha fatto incontrare i due protagonisti ma, soprattutto, a come hybris abbia svolto il suo ruolo devastante.
Da anni l’Ucraina guidata da Zelensky combatte una lotta impari contro un sanguinario aggressore che accampa il diritto di sottomettere il popolo e di appropriarsi delle ricchezze del territorio in cui il popolo ucraino sta costruendo, non senza difficoltà e contraddizioni, un avvenire indipendente.
In effetti, l’interesse di Trump e dei neoliberisti post-umanisti rappresentati da Vance è quello di uniformarsi alla prepotenza predatoria animata dalla hybris e dalle sue propaggini, quello di affermare il suo diritto alla rapina, non riconoscendo nel popolo e nelle sue aspirazioni a resistere all’oppressore un diritto non negoziabile.
Per capire la maniera in cui si sviluppa il dramma, si deve risalire alla storia che ha fatto incontrare i due protagonisti ma, soprattutto, a come hybris abbia svolto il suo ruolo devastante.
La parola greca hybris è formata da hy (equivalente di epì), che vuol dire “su”, e dalla radice di briaròs, che vuol dire “forte”. Nel termine hybris i Greci condensavano diversi aspetti di un atteggiamento distruttivo per l’equità e la fiducia nelle relazioni umane, nella giustizia, nella politica. Rientrano nella sua area semantica i concetti di trasgressione, sopraffazione, prepotenza, tracotanza, superbia, disprezzo per gli altri; ma ciò che li unisce e permette di applicare il termine con sfumature particolari in contesti diversi è l’idea del superamento di un limite che è la premessa della hybris: ottenere di più è la posta in gioco della sua violazione. Niente in eccesso, medén àgan, era scritto all’ingresso del tempio di Apollo a Delfi, mentre Aristotele invocava la mesótes (“medietà”) quale comportamento virtuoso in mezzo a due eccessi. La riflessione degli antichi sulla hybris si sviluppa in connessione con la ricerca sulla “giustizia” (dike, dikaiosyne). Nel linguaggio giuridico, hybris riflette un’azione delittuosa oppure un’offesa personale compiuta “allo scopo di umiliare”, il cui movente è dato non da un’utilità ma dal piacere, dall’orgoglio di sé che l’autore dell’atto trae dalla malvagità dell’atto stesso, mostrando la sua superiore forza sulla vittima. Che la hybris fosse un male, una sorta di peste per il mondo delle relazioni umane (come la stasis per le istituzioni politiche), gli antichi greci lo suggerivano indirettamente, evocando l’eccesso come deformazione di qualcosa che in sé non è altro che capacità e potenza. Nell’arco narrativo hybris si riferisce, in generale, a un’azione ingiusta o empia avvenuta nel passato, che produce conseguenze negative su persone ed eventi del presente. È un antefatto che vale come causa a monte che condurrà alla catastrofe quale epilogo della tragedia stessa. Ci si domanda e, questo potrebbe essere il monito, rivolto a tutti gli i “prepotenti”, quanto conterà per l’uomo al culmine della sua potenza, il timore di essere a sua volta schiacciato, in una remota circostanza, se non ha un buon motivo per tenere conto del dolore dell’altro? In greco antico, il verbo “stuprare” ha hybris nella radice. De Luise, nell’articolo citato, (riferendosi a Esiodo, Le opere e i giorni, vv. 212-218) segnala che, il ragionamento sulla preferibilità della giustizia rispetto alla sopraffazione violenta, offre un argomento per contrastare chi si sente “sparviero” (predatore) nei confronti di chi si trova nella condizione della sua preda (un “usignolo cantore”): certo, la sofferenza insegna, ma l’oppressore forse imparerà la lezione solo dopo aver subito a sua volta la prepotenza altrui. L’esempio classico è l’Antigone (una tragedia di Sofocle), dove sia Creonte sia Antigone hanno una parte di ragione, ma solo una parte, perciò essi soffrono, ma nel finale, la giustizia di Dio si compie.
Vedi: Fulvia de Luise. La hybris degli antichi e la posta in gioco del limite. L’articolo è stato pubblicato sul Portale di risorse digitali in scienze umane e sociali Teoria e Politica (Dicembre 2022) ed è reperibile al URL: https://journals.openedition.org/tp/2310 ; l’articolo di Francesca Rigotti intitolato: Perché vogliamo una vita esagerata (pubblicato su Il Sole 24 ore, Domenica 19 Gennaio 2025) che recensisce il libro di Tommaso Codignola “La civiltà dell’eccesso. Curare l’anima nell’epoca della quantità”. Edizioni di Storia e Letteratura. (2024); Antonello Ciervo. Diritto di resistenza. Enciclopedia Treccani. Diritto costituzionale in: Diritto on line (2014). L’articolo è reperibile al URL: https://www.treccani.it/enciclopedia/diritto-di-resistenza_(Diritto-on-line)/ : Gennaro Perrotta – Mario Praz. Tragediahttps://it.wikipedia.org/wiki/Antigone_(Sofocle). L’articolo, pubblicato sul portale on line dell’Enciclopedia Treccani, è reperibile al URL: https://www.treccani.it/enciclopedia/tragedia_(Enciclopedia-Italiana) . Infine , vedi l’articolo Wikipedia reperibile al URL https://it.wikipedia.org/wiki/Antigone_(Sofocle) nel quale , la trama dell’Antigone, ha molto da insegnare ai personaggi di questa storia e, io credo, anche a tutte le donne, soprattutto a quelle che hanno votato la “sicurezza discriminatoria” offerta loro da Donald Trump e dal suo progetto predatorio.