Questo non è un elogio alla bicicletta

Evitiamo qui di fare “l’elogio alla bicicletta” per i benefici individuali e collettivi che si possono trarre dal suo utilizzo, così come ci sembra scontato che ci sono indirizzi di Paesi che ci precedono in scelte civili qualificanti e che evidenziano che la bici non è una moda, ma uno stile di vita al quale sono associabili vantaggiosi elementi di modernità.

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Ammettiamolo, l’Italia è un una Civiltà priva di senso dello Stato, è un popolo di individualisti. Tuttavia, il confronto con altri popoli sfugge ai numeri di Eurostat, perché, al di là delle autocommiserazioni e dai “luoghi comuni”, siamo ancora permeati da un senso di solidarietà spontanea…perlomeno fintantoché la demagogia, le perenni campagne elettorali e le diseguaglianze sociali non romperanno veramente certi legami sociali.

In effetti, nella visione espressa dalla Fondazione Olos Onlus, attraverso Bike4truce, promuovere la “cultura della bicicletta” è un pretesto che conduce a penetrare argomenti relativi ai “diritti civili” – tra i quali il diritto alla pace è prioritario – con la consapevolezza che certi problemi appartengono a “sistemi” che non possono essere approcciati con logiche di parte e, soprattutto, con una frammentazione delle istanze. Per questa ragione, da alcuni anni abbiamo intessuto rapporti con svariate Associazioni, Cooperative, Comuni, al fine di unire le forze in una direzione alla quale si addice più l’appellativo di “etico” che non di “politico”.

Al proposito, l’anno 2018 rappresenta per noi un punto di svolta per quanto riguarda il rapporto con gli Istituti Scolastici, che per noi è prioritario.

Accenno solo alla esecutività di un progetto PON FSE stipulato con l’Istituto Comprensivo Pescara 3 e recante il titolo “Movimento sostenibile- Bicicletta per la pace, alla scoperta delle riserve naturali cittadine” e della convenzione tra il Liceo Classico “G. D’annunzio” di Pescara e la Fondazione Olos Onlus per la realizzazione di un percorso formativo pluriennale in alternanza scuola-lavoro, mirato a contribuire in ambito culturale, sportivo e turistico a fornire agli studenti condotti  nel viaggio di istruzione “NO LIMES 2018” elementi di consapevolezza riguardo ad indirizzi professionali che si configurano nella “guida turistica e nella conduzione di attività cicloturistica in Italia e all’estero”.

Sono impegni che abbiamo preso grazie alla dinamica presenza, in queste Scuole, di Professoresse e Dirigenti scolastici che ci hanno proposto di contribuire alle attività didattiche con azioni di supporto. Le abbiamo accettate con gratitudine per la fiducia assegnataci e con responsabilità, sapendo che il valore aggiunto dell’educazione delle nuove generazioni avrà ricadute di cui godremo collettivamente.

Il nostro chiodo fisso e gli argomenti sui quali ci sentiamo più preparati riguardano la sicurezza e, dato che l’argomento è complesso, esso necessita di essere distinto in parti, cercando poi di ricomporre il modello ad unità. Le nostre attività, solo per fare un elenco, si estrinsecano contribuendo a segnalare alle ragazze ed ai ragazzi che è sempre necessario possedere un senso critico per interpretare i vincoli e le opportunità che ci vengono posti dalla vita in società. Per esempio: le infrastrutture sono la risposta ad un’esigenza posta coerentemente dalla collettività, ma è inutile fare piste ciclabili se la gente continua a percorrere la viabilità ordinaria; il Codice della Strada va conosciuto e richiama diritti e doveri.

In altri termini, sempre parlando di sicurezza, non si può negare che l’utente medio è – senza offesa – una sorta di anarchico/analfabeta in termini di impiego della bici. Pochi sanno che ci sono degli articoli del Codice della Strada – e un po’ di raziocinio – che impongono le luci ed il campanello su ogni mezzo, che i marciapiedi non sono destinati ai ciclisti, che i semafori ci sono anche per loro, che il caschetto protegge la testa… Una esigua minoranza di questi ciclisti ha una qualche idea di come funziona il loro mezzo, che esso necessita di una costante manutenzione, che – se lasciata incustodita – la bici va accuratamente legata con sistemi adeguati.

Migliorare questo quadro e queste diffuse lacune è difficile, ma non impossibile.

Noi ci stiamo lavorando e, limitatamente alle risorse che riusciamo a mettere in atto, siamo abituati a “pedalare” e siamo a disposizione per aprire ulteriori forme di intervento e soprattutto di collaborazione.

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