Quali domande dobbiamo farci di fronte ai morti ammazzati di Bucha?
Siamo proprio onesti nel mostrare con tanta veemenza l’orrore, il profondo turbamento di questi giorni?
Cosa ci accomuna, oltre alla istantanea pietà, alle immagini di civili barbaramente uccisi a Bucha dall’esercito “denazificatore” e “liberatore” ? Davvero ci sorprende di scoprirlo animato da una violenza assassina, da un profondo disprezzo per la vita umana, per l’autodeterminazionne, per gli equilibri ambientali nel pianeta e per la pace?
È sicuro che anche nella nostra indole non alberghi un briciolo dello stesso Imperialismo e Tribalismo Predatorio che denotano la diabolica “operazione militare speciale” di Putin ?
Siamo certi che la solidarietà con il Popolo Ucraino non sia solo una delle sfaccettature della codardia e dell’ambiguità che ci impediscono , uno per uno, di prenderci in carico, di un grado di responsabilità nei confronti della Società e della Politica?
Siamo appacificati dal sentirci distanti, protetti dalle armi,alleati di una coalizione dotata di armamenti nucleari?
Siamo convinti che il modello di sviluppo economico fondato sulla massima crescita, il massimo profitto la massima deregolamentazione del mercato del lavoro, la massima produzioe di armamenti possa rappresentare il futuro dell’Umanità?
Telmo Pievani, in occasione del citato Festival di Emergency[1] ci ricorda l’opera storiografica di Tucidite (460 circa- 404 a.C) che descrive, da contemporaneo, la Guerra del Peloponneso, tra Atene e Sparta. Nel suo resoconto il nobile seguace di Pericle riflette sul conflitto epocale. La Guerra – sue le conclusioni riferite da Pievani – non ci rende migliori, non tempra il nostro spirito, non coltiva le nostre virtù; la Guerra è solo un esercizio di violenza ed è il lato peggiore della natura umana. D’altro canto, i migliori alleati delle guerre sono le bugie, sono i falsi miti.
Questa convinzione, riferita a Gino Strada[2], concorda pienamente con le testimonianze di Chris Hedges il quale, nel libro citato, elabora un quadro maturato in qualità di Reporter di Guerra [3].
L’opera e la figura di Gino Strada consentono di percepire la misura dell’orrore della Guerra attraverso la sofferenza, le mutilazioni che gli Esseri Umani sono capaci di provocare volontariamente gli uni sugli altri. Si viene colti dall’umanità delle vittime, dall’empatia, la compassione; dall’abnegazione e dal senso di impossibilità di prestare attenzioni sufficienti da parte di chi si prende cura delle vittime. Strada e Hedges – sebbene con accenti e modalità espressive diverse – esprimono una chiara accusa nei confronti del Complesso Militare-Industriale e dei Governi che investono cifre sempre più rilevanti per armarsi. Ambedue sono persone che hanno scelto di rimanere indipendenti da schieramenti politici. Le loro opere pongono in evidenza l’ipocrisia dei Governi dei Paesi che producono armamenti e li vendono in giro per il mondo spacciandoli per sistemi di difesa e di deterrenza, mentre la loro diffusione non può che promuovere le Guerre nel corso delle quali gli arsenali vengono svuotati per essere subito riforniti con strumenti di morte sempre più micidiali e sofisticati.
Credo utile riportare alcune argomentazioni che Hedges mette in risalto su alcuni aspetti psicologici, sociologici e politici della Guerra.
La Guerra dovrebbe suscitare orrore, disgusto, prevenzione!
Hedges, invece, parla della Guerra come un virus che alberga sopito in ogni uomo e che è sempre pronto a possederne e intossicarne la volontà perché sostiene una forma perversa di autostima, la sua brutalità fa emergere come modello i più abbietti sentimenti umani. Per di più, il contesto bellico fornisce significato alle persone e ai loro atti. Con questo, lo stato esasperato di stress psicologico che si accompagna all’immanenza e imminenza della morte, il delirio di potenza di chi uccide il suo prossimo e si accanisce sui più deboli, di chi pratica la tortura, la violenza sessuale, la mortificazione della dignità assumono un significato per certi versi esaltante. Questa perversione, allucinata e malvagia è endemica nella Guerra e trova giustificazione nel Pensiero di Gruppo, nell’abbandono dei propri principi morali e difese psicologiche, nel cameratismo (che non è vera amicizia): la Guerra è potere supremo di distruggere; è la pornografia della Violenza e i suoi seguaci si trasformano in adoratori della morte, dice Hedges. La Guerra, prima attira in un vortice di abiezione, di annichilimento e poi intossica come la più potente delle droghe che dà dipendenza. La Guerra trasforma gli Esseri Umani in oggetti, oggetti da annientare.
L’Amicizia e l’Amore, sentimenti basati su affinità intellettuali ed emotive che spingono a sentire sulla pelle la nozione di Intersoggettività, è difficile che vengano assaporate in Guerra e, infatti, della stessa possono essere considerati il contrappasso e l’antidoto.
La riconciliazione, la consapevolezza, la capacità di autocritica, la pietà e l’umiltà rendono possibile la Pace e tutto questo giunge solo quando la cultura (la Saggezza Ricevuta) non serve più una Causa o un Mito ma la più preziosa e sfuggente di tutte le narrazioni umane, quella che chiamiamo la Verità.
Forse è ora – in Italia e non solo – che venga affrontata la nostra condizione con la trasparenza che si chiede nei momenti importanti. È auspicabile che prevalga il buon senso dettato dalla prevalenza dell’Omofilia Prosociale sul Tribalismo Predatorio, dal Multilateralismo sulla Geopolitica dei blocchi contrapposti, del Pluralismo dei Valori sul Monismo del riccio[4].
Si richiede l’abbandono del fondamentalismo, della faziosità, delle opinioni polarizzate che si riversano come veleno per i topi lungo i canali televisivi e social che puzzano di partitocrazia e di conflitti di interessi.
Per esempio – ed è la penultima domanda – conviene credere alle versioni che affermano che i morti di Bucha sono una messa in scena degli Ucraini o, al contrario che siano civili deliberatamente giustiziati dall’esercito di Putin?
Tra tutti i cadaveri di persone ammazzate, l’unica credibile in tempo di pace è quella del ciclista al bordo della strada. Tra tutti gli animali che giravano da quelle parti, quello più umano è il cane. Ma, allora, chi ha aggredito chi? Che senso ha chiedersi se quei civili Ucraini sono “veri” o “falsi” se sono morti a causa della guerra?
Leggi qui : Toni Capuozzo, fino a qualche tempo fa, era un impegnato giornalista e scrittore di “Sinistra” ; a sua volta, Daniele Capezzone è un ondivago voltabandiera che ha preso una deriva “Sovranista” e “Destrorsa”; è stato deputato di Forza Italia ed è un fervente opinionista al servizio del massimo profitto, del libero mercato, dei Valori della Libertà e della Famiglia come quelli tramandatici dal Cavaliere (ex compagno di merende di Putin e, possibilmente, della nipote di Mubarach).
Toni Capuozzo si esprime a favore della tesi che gli Ucraini hanno inventato tutto.
Daniele Capezzone crede alla versione Americana e degli Alleati.
In questo stato confusionale , come per incanto, si illumina la lampadina pensando al sempiterno Berlusconi, a Salvini con la sua Lega e a Meloni con i suoi Fratelli d’Italia. Fratelli coltelli , ma consapevoli del potere tremendo che li attende se si mettono d’accordo: va bene l’Europa, va bene la Nato, vanno bene gli armamenti e i sacrifici sociali per sostenerne le spese, ma viene tutto meglio se adottiamo un bel Regime Autoritario.
Considerato che, come si dice, entro un anno andranno insieme al governo sarebbe bello sapere da loro quale sia, “veramente”, il tipo di guerra che vogliono ingaggiare con la Fragile Democrazia in Italia.
[1] Elaborando Telmo Pievani, Marco Paolini. Dialoghi “La cura” . Festival 2021 di EMERGENCY . La registrazione video dell’evento è reperibile al URL: https://www.youtube.com/watch?v=eWt7M_OlY_c
[2] Gino Strada, (1948- 2021) è stato un chirurgo, filantropo e scrittore italiano; assieme alla moglie Teresa Sarti (1946-2009) ha fondato l’ONG italiana EMERGENCY. Nel periodo 1989-1994 ha lavorato con il Comitato Internazionale della Croce Rossa in varie zone di conflitto: Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Angola, Somalia e Bosnia-Erzegovina. Proprio sulla base delle esperienze vissute in questi territori, ha narrato diversi episodi (nel libro Pappagalli verdi: cronache di un chirurgo di guerra. Giangiacomo Feltrinelli Editore; 1999) che descrivono la situazione tragica in cui ha operato. Gino Strada ha assunto negli anni posizioni critiche nei confronti di tutti i Governi che si sono succeduti per le loro scelte a sostegno della guerra, per la fornitura di ai armi da parte dell’Italia a diversi fazioni coinvolte in conflitti recenti, per l’aumento continuo delle spese militari da questi sostenute, per le politiche sull’immigrazione ed i respingimenti e altro. Nel 2015 ha ricevuto il Right Livelihood Award (Premio al corretto sostentamento). Si tratta di un premio annuale creato nel 1980 da Jakob von Uexkull, scrittore, filatelico ed ex membro del Parlamento Europeo. Nelle parole di quest’ultimo, il premio ha lo scopo di aiutare il Nord a trovare una Saggezza che corrisponda alla Scienza che possiede, e il Sud a trovare una Scienza che corrisponda all’antica Saggezza che ha. Lo scopo del premio è di affiancare al tradizionale Premio Nobel un riconoscimento agli sforzi compiuti da persone e gruppi, in particolare del Sud del mondo, per una società migliore e un’economia più giusta. Gino Strada ha scritto diversi libri che trasmettono il suo punto divista (confessando di non essere bravo come scrittore e, quindi, facendosi aiutare nella stesura degli stessi). Il testo integrale di Pappagalli Verdi è pubblicato anche sul portale on line PDFdrive ed è reperibile (gratuitamente) al URL: https://www.pdfdrive.com/pappagalli-verdi-d189662544.html. Preso atto dell’ impegno di Gino Strada e di Teresa Sarti nell’esercizio della “guerra contro la guerra” ritengo questo un gesto di grande apertura mentale e generosità. In aggiunta, vedi il file recante il testo del libro Buskashi. Viaggio dentro la guerra reperibile al URL: https://www.pdfdrive.com/gino-strada-buskashi-viaggio-dentro-la-guerra-d59264445.html e l’articolo Wikipedia reperibile al URL: https://it.wikipedia.org/wiki/Gino_Strada . (3) Chris Hedges (1956-) è un giornalista, ex corrispondente di guerra statunitense. Nel suo curriculum compaiono anche le attività di scrittore, polemista, Professore universitario specializzato in politica e società del Medio Oriente, attivista politico e Pastore Protestante. Hedges ha fatto parte del team di giornalisti del New York Times insigniti del Premio Pulitzer per la copertura dei temi riguardanti il terrorismo globale; inoltre, Hedges ha ricevuto l’Amnesty International Global Award for Human Rights. Elaborando l’articolo Wikipedia reperibile al URL: https://en.wikipedia.org/wiki/Chris_Hedges . Il libro citato è Chris Hedges. War Is a Force That Gives Us Meaning. Anchor Books (2003). Il testo integrale del libro è pubblicato sul portale on line PDFdrive ed è reperibile al URL: https://www.pdfdrive.com/war-is-a-force-that-gives-us-meaning-e183859040.html. Oltre a questo testo, segnalo che sullo stesso portale si trovano diverse altre versioni integrali di libri scritti da Chis Hedges. Prendo atto , in analogia con quanto riferito a Gino Strada, dell’impegno di Hedges nell’esercizio della “guerra contro la guerra” che è diventato, anche per lui, una missione e anche lui va ringraziato per questo. I testi, di cui si comprendono i titoli osservando i link esposti, sono reperibili, rispettivamente ai seguenti indirizzi sul WWW: https://www.pdfdrive.com/death-of-the-liberal-class-d157218174.html ; https://www.pdfdrive.com/america-the-farewell-tour-d187974102.html ; https://www.pdfdrive.com/wages-of-rebellion-the-moral-imperative-of-revolt-e158774918.html ; https://www.pdfdrive.com/days-of-destruction-days-of-revolt-d158312260.html ; https://www.pdfdrive.com/empire-of-illusion-the-end-of-literacy-and-the-triumph-of-spectacle-d185718170.html ; https://www.pdfdrive.com/what-every-person-should-know-about-war-e185571016.html (4) Elaborando Chris Hedges. War Is a Force That Gives Us Meaning. Opera Citata Pgg 21-23; 43-82 passim. Con lo stesso titolo, sul portale di Youtube, la registrazione di una sua conferenza è reperibile al URL: https://www.youtube.com/watch?v=B2SaM8RJ30c
[3] Chris Hedges (1956-) è un giornalista, ex corrispondente di guerra statunitense. Nel suo curriculum compaiono anche le attività di scrittore, polemista, Professore universitario specializzato in politica e società del Medio Oriente, attivista politico e Pastore Protestante. Hedges ha fatto parte del team di giornalisti del New York Times insigniti del Premio Pulitzer per la copertura dei temi riguardanti il terrorismo globale; inoltre, Hedges ha ricevuto l’Amnesty International Global Award for Human Rights. Elaborando l’articolo Wikipedia reperibile al URL: https://en.wikipedia.org/wiki/Chris_Hedges . Il libro citato è Chris Hedges. War Is a Force That Gives Us Meaning. Anchor Books (2003). Il testo integrale del libro è pubblicato sul portale on line PDFdrive ed è reperibile al URL: https://www.pdfdrive.com/war-is-a-force-that-gives-us-meaning-e183859040.html. Oltre a questo testo, segnalo che sullo stesso portale si trovano diverse altre versioni integrali di libri scritti da Chis Hedges. Prendo atto , in analogia con quanto riferito a Gino Strada, dell’impegno di Hedges nell’esercizio della “guerra contro la guerra” che è diventato, anche per lui, una missione e anche lui va ringraziato per questo. I testi, di cui si comprendono i titoli osservando i link esposti, sono reperibili, rispettivamente ai seguenti indirizzi sul WWW: https://www.pdfdrive.com/death-of-the-liberal-class-d157218174.html ; https://www.pdfdrive.com/america-the-farewell-tour-d187974102.html ; https://www.pdfdrive.com/wages-of-rebellion-the-moral-imperative-of-revolt-e158774918.html ; https://www.pdfdrive.com/days-of-destruction-days-of-revolt-d158312260.html ; https://www.pdfdrive.com/empire-of-illusion-the-end-of-literacy-and-the-triumph-of-spectacle-d185718170.html ; https://www.pdfdrive.com/what-every-person-should-know-about-war-e185571016.html
[4] Vedi: Isaiah Berlin Il Riccio e la Volpe e altri saggi. A cura di Henry Hardy e Aileen Kelly. Traduzione di Gilberto Forti. Adelphi Edizioni (2015)