Prendendo atto che l’etimologia del termine Salute ci conduce all’idea di “salvezza”, situare la Morte all’interno della dinamica della “vita saggia” è lo stimolo intellettuale e pratico che può condurre a “salvarsi” dal temerla irrazionalmente. Il problema che si pone all’umano vivente di fronte alla precarietà della vita, non è risolto fintantoché ci si affidi a una “vista miope” e a una “memoria corta” delle elaborazioni attinenti questo tema.

Rinnegata la Strategia Eteronoma di elaborazione della preoccupazione della Morte, perduta la potenza evocatrice dei simboli che hanno alimentato la Strategia Eteronoma-Autonoma e stabilito – in Europa – il primato della ragione sulla metafisica, il malessere contemporaneo sembra derivare principalmente da una dimensione ansiogena, immanente e oppressiva, che rimane imprendibile. La sua natura è aspecifica e la soluzione sembra impossibile, di fronte a una sorta di “infodemia” nella quale ciascun “attore professionale” afferma di possedere la panacea. Lo stato d’ansia alberga soprattutto in chi sente la Morte come: un fastidio personale, un soffio sul collo, una sconfitta, un peccato da espiare; in chi si trova in solitudine a combattere una lotta disperata contro di essa (o le sue manifestazioni “parziali”, nelle sue “inabilità permanenti” durante il corso della vita); in chi la annichilisce, la disprezza fino al momento inevitabile di “sbatterci il muso”; in chi viene sotterrato vivo da tradizioni, rituali o convenzioni sociali e che non è in grado di sopportare un tale peso senza che qualcuno si prenda cura di alleviare le pene; in chi – in ogni caso – nega l’evidenza della precarietà dell’esistenza a favore di un solipsismo debole, di un delirio di potenza inappropriato che non configurano una vera “autonomia”. Perseguire questo obiettivo è fonte di parecchi problemi e, possibilmente, anche di grandi conquiste e soddisfazioni intellettuali, etiche ed ecologiche. La tesi esposta nello studio è che, spesso, le convinzioni e i comportamenti umani mostrano un difetto di integrazione della stessa Morte nel concetto di Vita e di Ecologia. Questa dimensione si evidenzia – secondo gli Autori che se ne occupano – nei discorsi i quali (adottando il termine contemporaneo di Tanatologia) non risultano armonizzati con le radici culturali e sociali di chi la possiede. A ogni modo, non è stata trovata una via universale, adatta e praticabile per tutti, che promuova una “via normale” per affrontare la Preoccupazione dell’Impermanenza. Ciononostante, si possono sicuramente individuare alcune “buone pratiche” che offrono cognizioni utili da seguire per sviluppare un Approccio Etico ed Ecologico alla Paura di Morire. Lo studio si articola mediante un discorso che aspira a superare alcune ambiguità attraverso un metodo di indagine e di rappresentazione delle informazioni trasparente ed, entro il limiti del supporto cartaceo, “multimediale”. Esso mette alla prova anche l’utilità di un approccio critico e “fondato sulle prove” che non dia nulla per scontato. In un certo senso, il progetto editoriale mira a esplicitare livelli di efficacia, efficienza e equanimità di ciò che viene esplicitamente affermato, documentato e commentato o implicitamente progettualizzato. Se di questo si tratta, l’ambizione dello studio è fornire strumenti di conoscenza multidisciplinare e orientamenti alla pratica che offrano all’individuo e alla società alcune Mappe Mentali funzionali allo scopo etico ed ecologico che si concretizza nella Cura della Preoccupazione della Morte. Lo studio offre metodi e criteri di valutazione; non ci sono soluzioni preconfezionate nella formulazione della propria individuale Epistemologia e Strategia di elaborazione della Preoccupazione della Morte. Una Strategia Autonoma robusta, per esempio, non ha i piedi per camminare se non contempera una forma di equilibrio che, individualmente, si esprime a livello bio-psico-sociale e ambientale. La convinzione che si vuole trasmettere è che, applicandosi, si può aspirare a raggiungere una forma di Saggezza superiore a quella che precedeva lo studio e la pratica proposti. Tutto ciò detto gravita ed è immerso in una trama di relazioni, in un Logos sotterraneo e analogico di cui, quello che emerge all’evidenza è spesso la “punta dell’iceberg”. Si manifesta così la consistenza dei processi dettati dall’Intersoggettività e dall’Interdipendenza co-evolutiva del Mondo. Questa è talmente incorporata in molte Esperienze Esistenziali, oppure, è talmente intellettualizzata in molte Dottrine Metafisiche e Fisiche che sembra non esistere, che non viene insegnata, che si preferisce evitare, che sembra ininfluente sulla Presenza Individuale, mentre ne costituisce la struttura. Ciò si evince seguendo, tra le altre, le tracce che portano alla Filosofia, al concetto di Sacro, di Relazione, di Morte; alla Spiritualità, alla Scienza, alla Medicina, o alla Politica. Il suddetto Logos, in questa sede si sviluppa: delineando il profilo del Convitato di pietra; presentando personaggi che hanno una “storia da raccontare”; introducendo contesti interagenti dai quali giungono indizi, suggerimenti, teorie e possibili omologie. Questi, vengono estratti – soprattutto – dalla tradizione Ellenistica e di alcune Filosofie Orientali, oltre che dalle Scienze Cognitive, con particolare attenzione verso quelle alimentate dall’opera di Gregory Bateson e da “illuminanti” Giordano Bruno e Giacomo Leopardi. C’è un intreccio doloroso nel “melodramma esistenziale”. Esso si apre a una spiegazione quando si iniziano a evidenziare presupposti, contesti, ontologie, linguaggi-pensiero, condizionamenti, responsabilità, attenuanti, ingiunzioni, giustificazioni, modelli complessi di Intersoggettività e Interdipendenza. Lo studio porta a delineare un quadro che ha pregnanza per l’intera umanità e che potrebbe aprirsi a ulteriori ricerche e a una modellazione di un Vivere in Salute individuale e sociale che comprenda senza traumi – nelle dinamiche dell’insieme complesso del quale fa parte l’umanità – il sopraggiungere del “silenzio”, della fine del ciclo, dell’eventuale (metafisica, ultrafilosofica o quantistica) Rinascita. Il melodramma in questione canta la “paura di morire” e, si può dire, non finisce in tragedia. Parafrasando Peter Berger, la Morte è l’incongruo più assurdo dal punto di vista della Vita e, come tale, essa partecipa all’emergenza del comico e del religioso. In uno scenario ecologico ed evolutivo la Morte non ha altro scopo che lasciare il posto alle nuove generazioni. In un contesto individuale e sociale la situazione non cambia, se non riguardo al fatto che essa segue un percorso più intimo e partecipato affettivamente e simbolicamente mediante i Comportamenti Funebri. Vista da queste prospettive, la Morte si presta a configurare un lutto doloroso, ma anche a sollevare una facile ironia sul disagio che comporta l’ingombrante Convitato di pietra e questo, paradossalmente, la rende più “umana”. Con tutto ciò, dimostrando che esistono armonie già trovate, strade già percorse, equilibri orchestrali che – per quanto vertiginosi, strazianti, o arditi che siano – mostrano come giungere a un’inattesa catarsi di un nulla che non ha ragione di chiedere alcuna vendetta, e che risulta praticabile anche nella società liquida contemporanea.

Pubblico a cui si rivolge e ragioni per cui dovrebbero acquistare l’opera

Non è facile elencare sinteticamente i soggetti che potrebbero maggiormente avvantaggiarsi dei contenuti dello studio, in ragione dell’ampio spettro di interesse e di applicazione dello stesso.

“Praticare l’impermaneza” è uno “stile di vita” e questo libro è qualcosa di più di un manuale di self help . Esso non si limita a proporre una guida pratica, ma è stato scritto per proporre un metodo atto a sviluppare il senso critico necessario ad affrontare temi “escatologici” prorompenti all’attualità e per segnalare un percorso che viene suggerito affinché, chi fa la scelta di applicarsi, possa sviluppare un potenziamento individuale e sociale partendo da solide basi.

 Per quali ragioni dovrebbe essere preferito il volume proposto?

L’opera potrebbe essere preferita in ragione del fatto che affronta i temi trattati seguendo uno schema finora impensato e orientato a stimolare un approccio analitico e consapevole ai saperi effettivi. Essi sono descritti con lo scopo di educare alla pratica della Vita saggia attraverso la sollecitazione a “coltivare l’umanità”. Viene sviluppato un ragionamento critico che prende in esame il potenziamento sostenuto da un uso intelligente delle nozioni acquisite. Si delinea un inquadramento filosofico ed epistemologico inedito e una dotazione atta a costruire uno scenario pedagogico che può essere applicato a livello individuale, sociale, o professionale. Inoltre, lo studio invita ad assumere un atteggiamento scientifico innovativo verso i temi della Vita saggia, aprendo anche rilevanti riflessioni adatte a stimolare la ricerca in diversi settori ed esprimendo l’invito a ricomporre la complessità utilizzando un approccio multidisciplinare.

ALTRE INFORMAZIONI UTILI PER VALUTARE IL VOLUME

Risulta evidente che l’impostazione data al trasferimento dei contenuti segue una struttura simile a quella dei libri indirizzati a studenti, docenti, specializzandi, accademici, bibliofili o professionisti e che, in ordine ai contenuti, si richieda a chi legge un approccio appassionato e di lungo respiro.

La versione e-book in formato e-pub è in fase di pubblicazione

Non sfugge la limitatezza del mercato aggredibile dalla pubblicazione dell’opera in Italiano e si ritiene che questa debba rappresentare il primo passo verso un tentativo di promuovere la realizzazione di versioni in altre lingue.

NOTIZIE SULL’ AUTORE

Cognome e Nome: Di Vincenzo Valerio
Indirizzo: 7, Via Ruggero Settimo. 65123 Pescara

Attività professionale/d’insegnamento svolta attualmente

Saggista impegnato a studiare Etica ed Epistemologia della Medicina.
Presidente della Fondazione Olos Onlus (Pescara).
Esperto valutatore di progetti – finanziati dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma Horizon 2020 – sui temi della ricerca e sviluppo di soluzioni che applicano l’Informatica e l’Intelligenza Artificiale al progresso della Medicina.

 Esperienze professionali e pubblicazioni

Valerio Di Vincenzo è laureato in medicina dal 1981. Ha coperto il ruolo di ricercatore in Anestesia e Rianimazione dal 1983 al 1994, presso l’Università di Chieti, anno in cui si è dimesso dal ruolo di ricercatore confermato.

Dal 1987 al 1989 è stato Responsabile di un’Unità Operativa del progetto “Icaros” – finanziato dal CNR – nonché membro dell’equipe incaricata – in alcuni Centri di cardiochirurgia in Francia, Svizzera, Montecarlo ed Italia – di attuare l’applicazione clinica di un cuore artificiale totale come bridge al trapianto cardiaco.

Dal 1989 al 1992 ha coordinato il gruppo di lavoro denominato “Progetto 92” mirato a gestire secondo criteri scientifici la preparazione dell’atleta Giovanni De Benedictis. In quegli anni il marciatore italiano si è mantenuto ai vertici delle classifiche mondiali, conseguendo la Medaglia di Bronzo alle Olimpiadi di Barcellona.

Dal 1997 al 2010 è stato socio ed A.D. di una Azienda di informatica specializzata nella produzione di sistemi informativi e per il supporto alle decisioni.

Dal 2008 è Presidente della Fondazione Olos Onlus, il cui scopo statutario è l’affermazione della dignità umana in un contesto sociale e ambientale. Cura personalmente, con l’ausilio di professionisti di ciascun settore, la realizzazione di documentari e la comunicazione on line delle iniziative sviluppate dalla Fondazione e che si esprimono, principalmente, attraverso il progetto “Bike4truce”.

Dal 2011 collabora assiduamente con la Commissione Europea, in qualità di Esperto Valutatore e “reviewer” di progetti di ricerca e sviluppo tecnologico che lo stimolano ad un continuo aggiornamento sull’epistemologia della Medicina, sulle tecnologie innovative e sulla modellazione dei Sistemi Sanitari.

Nel 2015 ha tenuto il corso “Il mito dell’Olimpismo. L’esserci dell’etica nello sport” presso la Facoltà di Scienze motorie dell’Università di Chieti-Pescara.

La pubblicazione più recente in Inglese presenta una revisione della letteratura che analizza alcune soluzioni informatiche e telematiche mirate all’organizzazione dei dati e dei sistemi sanitari attraverso le funzioni di “cartelle cliniche computerizzate” e “telemedicina”. Il saggio è pubblicato integralmente e scaricabile al URL: https://www.researchgate.net/publication/285593280_The_bigger_e-health_picture_Framework_for_Strategic_Action.

Nei primi 3 mesi dell’anno 2021, rispondendo a un bando della Protezione Civile, ha contribuito alle attività straordinarie di contrasto alla pandemia di COVID-19, dedicandosi alle operazioni di vaccinazione, di contact tracing delle persone contagiate e di mitigazione della diffusione del Coronavirus incontrando o confrontandosi con oltre 1200 persone coinvolte dalla pandemia..

Nel 2021 ha pubblicato il volume: Valerio Di Vincenzo. Praticare l’impermanenza per conquistare la libertà. La ricerca di un approccio etico ed ecologico alla paura di morire. Casa Editrice Il Filo di Arianna.

Nel 2022 ha avviato, con la collaborazione dell’ esperta di Comunicazione Dott.ssa Ilaria Di Russo, la pubblicazione dei contenuti del sito web www.archasalutis.it. Il portale Archasalutis aspira a diventare uno strumento di collaborazione per la raccolta dei contributi che favoriscano le scelte accademiche, professionali, manageriali e politiche nella direzione del Vivere della Salute.

Negli ultimi quarto di secolo ha percorso 2-3.000 Km in bicicletta ogni anno e da oltre 10 anni segue la pratica dell’Ashtanga Yoga. Per hobby, assembla biciclette nella sua attrezzatissima officina meccanica.

Per amore, non ha mai smesso di studiare, è sposato e padre di tre figli.

Il CV completo (in Inglese) è reperibile al URL: https://www.linkedin.com/in/valerio-di-vincenzo-93a7358/

Presenza online

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