Ricostruire una funzione stabilizzante dell’ONU è uno dei pochi progetti che abbiamo ancora da spendere
Gli orrori della Seconda Guerra mondiale hanno spinto le Nazioni a convincersi della necessità di strutturare un luogo “neutrale” dove far incontrare le diplomazie degli Stati Membri (quasi tutti quelli proclamatisi e riconosciuti).
L’Organizzazione delle Nazioni Unite rappresenta uno strumento che è andato incontro a un progressivo indebolimento già a cominciare dalla sua istituzione.
In effetti, era largamente imperfetto per diverse ragioni già dalla sua costituzione.
L’articolo 24, paragrafo 1, della Carta dell’ONU afferma chiaramente che “Allo scopo di garantire una pronta efficacia da parte delle Nazioni Unite, i membri attribuiscono al Consiglio di Sicurezza la responsabilità di mantenere la pace e la sicurezza internazionali e riconoscono che il Consiglio di sicurezza agisce per loro conto”.
La Risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 2 Marzo 2022 con la quale 141 su 193 Stati Membri (73%) hanno sottoscritto una condanna dell’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia e l’immediata cessazione dell’uso della forza non è vincolante.
Un omologo, precedente tentativo di fermare l’uso della forza contro l’integrità territoriale e l’indipendenza politica dell’Ucraina si è tenuto in seno al Consiglio di Sicurezza che si dovrebbe occupare di imporre – anche con la forza – l’osservanza delle regole fissate dallo Statuto dell’ONU. Questa risoluzione del CdS non è stata approvata. Essa ha ricevuto 11 voti favorevoli su 15 (73%), ma la Russia (parte in causa) ha esercitato il diritto di veto.
Leggendo lo Statuto dell’ONU segnalo due articoli:
L’Art. 2 impegna i firmatari ad astenersi dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica e non c’è dubbio che il suo dettato venga violato dall’invasione in atto in Ucraina da parte della Russia;
Il Capitolo XVIII: Emendamenti (ometto per brevità, l’importante Art.108) all’ Art. 109, Paragrafo 1 recita: Una Conferenza Generale dei Membri delle Nazioni Unite per la revisione del presente Statuto potrà essere tenuta alla data e nel luogo da stabilirsi con un voto a maggioranza dei due terzi dei Membri dell’Assemblea Generale (66%) e con un voto di nove Membri qualsiasi del Consiglio di Sicurezza (60%). Paragrafo 2: Qualunque modificazione del presente Statuto proposta dalla Conferenza alla maggioranza dei due terzi entrerà in vigore quando sarà stata ratificata, in conformità alle rispettive norme costituzionali, dai due terzi dei Membri delle Nazioni Unite. Faccio questa segnalazione in quanto la situazione assolutamente straordinaria e l’apparente mancanza di volontà di scatenare la “terza guerra mondiale e nucleare” della maggioranza dei Membri dell’ONU potrebbe giustificare l’avvio di quel processo di riforma delle Nazioni Unite che da decenni risulta divisivo, contraddittorio, incoerente e inattuato.
Forse per l’ONU è giunto il momento della catarsi, di fronte alla minaccia di una guerra atomica giocata tra Autoritarismo e Democrazia, tra divisioni insanabili in blocchi di influenza e multilateralismo.
Per quanto detto, se le risoluzioni dell’Assemblea o del CdS dell’ONU che richiedono l’osservanza del dettato del suo Statuto non vengono rispettate, rimane la possibilità di cambiare lo Statuto e renderlo più funzionale allo scopo della Pace e della Sicurezza.
La riforma dell’ONU, paradossalmente e proprio per i disastri annunciati dall’Antropocene, oggi è dotata della estrema necessità per essere proposta e attuata. Tuttavia, nessuno sembra effettivamente volerlo. Gli ultimi tentativi sono datati e sono stati sopraffatti dall’ostracismo di chi non ha mai desiderato condividere realmente le scelte di sviluppo pacifico della intera popolazione planetaria (senza dimenticare che una precondizione per la pace è la giustizia sociale).
La maggioranza dei cittadini che in Europa godono di un certo grado di equilibrio tra le Libertà di Essere e di Fare e quelle che ci impongono vincoli e coercizioni in un contesto di Stato di Diritto, sono esempi viventi di un ponte che si può percorrere. Certamente esso va allargato e adeguato ai carichi della globalizzazione, ma è il meglio che siamo riusciti a fare mantenendo un minimo di pluralismo. Chi mira a distruggerlo, deve specchiarsi negli occhi vitrei e anaffettivi di Putin per non avere dubbi sui valori che animano i dittatori.
Forse, l’ONU di tutte le Popolazione del Pianeta un giorno ritornerà in auge e, forse contribuirà a mitigare i conflitti e le diseguaglianze.
Oggi è il momento per avviare questo processo. Gli ambasciatori delle Nazioni sono già lì, che si aggirano nel Palazzo di Vetro a New York. Diamo loro un compito che ci allunghi la vita. Non attendiamo che questo debba un giorno avvenire in conseguenza dell’orrore di una Terza Guerra Mondiale.
Nella complessità e con gli strumenti di ricerca e sviluppo pacifici si tratta di consolidare livelli crescenti di organizzazione, di informazione di partecipazione. Ciò, in modo tale da contrastare il pensiero unico e di non assecondare il caos e la sopraffazione generalizzati. Rimodellare l’ONU potrebbe risultare la boa sulla quale costruire una nuova rotta per l’umanità. Con la guerra si distrugge, con la convivenza pacifica si crea prosperità. Se Dio esiste, ha dotato il genere umano di un arcobaleno di colori: si tratta di scegliere come abbinarli.
L’impegno a ricostruire una funzione stabilizzante dell’ONU è uno dei pochi progetti che abbiamo ancora da spendere.
Valerio
Vedi:
Trascrizione della Dichiarazione del Segretario Generale dell’ONU sull’aggressione della Russia all’Ucraina. Un pronunciamento che dovrebbe essere solo un punto di partenza, seppure tardivo.
General Assembly resolution demands end to Russian offensive in Ukraine